In altri post precedenti ho descritto il periodo delle superiori come un enorme buco nero che ha risucchiato energie e speranze facendomi sperare che quegli anni passassero in fretta. 
Ho anche descritto il mio maniacale professore di inglese pieno di fisse e regole tutte sue ma voglio ricordare anche l'anno più bello, quello che ricordo con piacere: **il quarto superiore.** 

Partiamo dal *primo giorno.* 

Come sempre mi ero messa d'accordo con la mia amica R. che avremmo cercato di metterci in seconda o massimo terza fila, portavamo gli occhiali tutte e due e stare troppo dietro avrebbe comportato che non avremmo visto nulla di quello che sarebbe stato scritto alla lavagna, già avevamo le nostre difficoltà perché peggiorarle ulteriormente? 
Era stato tutto deciso nei minimi particolari, lei sarebbe arrivata prima e avrebbe accaparrato i posti per me e per lei, il primo giorno è fondamentale per garantirsi un posto semidecente. 

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<center>[*immagine CC0 creative commons*](https://cdn.pixabay.com/photo/2016/04/19/21/10/frog-1339892__340.jpg)</center>

Tranquilla il primo giorno arrivai fiduciosa in classe ma quando entrai, notai subito qualcosa di strano. C'era R. in prima fila vicino ad altre tre ragazze poco simpatiche e molto secchione, veramente troppo secchione di quelle che se il professore a fine lezione saluta e dice: ci vediamo domani, alzano la mano in coro e dicono: Ma prof.  e i compiti???
Io ero smarrita. La cara R. mi aveva lasciato un posto vicino a lei, in prima fila al quarto posto non addossato al muro ma al centro della classe **CHE ORRORE.** Era il posto di fronte alla cattedra, quel posto che nessuno vuole, che il professore ti conta i pori del viso e i punti neri. 

Ero *sgomenta*. Come potevo affrontare l'anno così da condannata a morte? Non avrei mai potuto distrarmi neanche per un secondo, non avrei neanche potuto abbassare lo sguardo, sarebbe stato meglio fustigarmi per sei ore che stare seduta lì. 

In quel momento di estremo sconforto mi chiamò un amico, D. che stava posizionato in ultima fila e tra lui e un'altra ragazza, M., c'era miracolosamente un posto libero, e mi fece cenno di mettermi tra loro. Anche M. sbracciava e io non ci pensai due volte. Ultima fila tutta la vita. Meglio la cecità a questo punto. 

Grazie a quella scelta mi garantii **un anno divertente**, si perché con D. ci si divertiva. Io ero l'acqua santa in mezzo a M. e D. ristabilivo gli equilibri, perché io ero calma e comprensiva loro due erano sempre sull'orlo di mettersi le mani addosso, erano cane e gatto. 

Ricordo una mattina che D. arrivò a scuola con il borsone della piscina e fin qui nulla di strano. Fino a quando mi resi conto che indossava le ciabatte della piscina con sopra i calzini, una cosa inguardabile ma che mi ha fatto fare una risata di almeno mezz'ora.  

O come quando arrivava a mettersi anche l'accappatoio e sfilava in classe. O quando entrò con tanto di casco del motorino inserito in testa. 

Perché D. era così, completamente fuori di testa ma simpatico fino all'inverosimile e ci siamo sempre trovati bene. Anche i professori alla fine si dovettero arrendere, era irriverente, pungente a tratti pesante ma non potevi non affezionarti a lui. Gli volevo e gli voglio tuttora un bene sincero. 
Gli facevo da psicologa e amica, si perché D. era (lo è anche adesso) un bel ragazzo che ne combinava di tutti i colori, ha spezzato cuori a destra e a manca e io cercavo di aggiustare e sistemare situazioni sempre all'estremo, mi dispiaceva sinceramente per quelle ragazze.  
Quando non ne potevo più di tutti i suoi futili problemi fuggivo ma lui mi trovava sempre, mi ricordo le ricreazioni passate a cercare un momento di pace ma niente ce l'avevo sempre alle calcagna che andava urlando il mio nome ovunque per i corridoi. Non c'era *modo*. 

Quell'anno era l'anno dei *18 anni* e delle feste, della *patente* e della *gita scolastica a Trieste.* 
Come dimenticare quando in gita una mattina mi svegliai con la faccia piena di dentifricio?? Ovviamente era stato D. tanto per cambiare. 
L'ora più temuta per me era quella di religione, avevo sempre un filo d'ansia per quello che sarebbe potuto accadere. In quell'ora D. dava il meglio di sé e io che volevo usare quell'ora per studiare altro mi importunava senza pietà. 
Il colmo dei colmi fu raggiunto una volta, lì ci siamo superati e sono stata anch'io colpevole, lo riconosco. 
Mentre la prof di religione spiegava, io e D. eravamo impegnati a giocare a tris e all'impiccato in modo tranquillo e senza dare nell'occhio. Avevo il mio quadernino di religione in cui avevo preso qualche appunto (D. non aveva né quaderni né libri la maggior parte delle volte neanche per le altre materie) quindi ero tranquilla, non si sarebbe mai accorta di nulla. 
Solo che ad un certo punto la situazione *degenerò*. Non ricordo nemmeno il motivo per cui cominciammo a punzecchiarci fatto sta che indossavo una felpa bianca e mi fece un segno con la penna blu che percorreva tutto il braccio, io lanciai un urlo e attirammo l'attenzione. 

Lo sguardo della prof ancora lo ricordo: infido con i suoi piccoli occhietti porcini ci osservò come degli eretici e con il senno di poi glielo confermammo.  
Mi sentivo come *Cersei Lannister* quando fa la passeggiata della vergogna, ci mancava solo che fossi rapata a zero, nuda e che le compagne mi lanciassero qualsiasi cosa addosso gridando: "SHAME". 
Ci fece alzare e ci fece andare in cattedra con il quaderno. D. manco ce l'aveva, quindi solo con il mio.  
Ci chiese perché non stavamo ascoltando (ma che domanda è poi) e prese il mio quaderno. Lo aprì e io ero tranquilla non c'era niente di strano. Poi lo girò al contrario e lo aprì.  
Io **sbiancai** e persi qualche chilo per la vergogna. 
Era pieno di disegni osceni, blasfemi e caricature. Ovviamente il Picasso della situazione era D. che non sapevo usasse il mio quaderno di religione come una specie di diario. 
La prof ci guardò ancora più schifata e senza dire nulla lo chiuse e ci piazzò un 4 nella sua materia. 
Non parlammo per tutto il resto della giornata, eravamo riusciti a prendere un 4 a religione, come diamine era stato possibile?? Eppure lo era, lo era eccome. 
Votacci a parte, mi divertii tanto quell'anno, l'unico che è degno di essere ricordato per essere stato leggero e spensierato, rispetto agli altri che sono stati abbastanza lugubri. 

Ho rincontrato D. anni fa in un locale. Ero con gruppo di amici e da dietro sentii la sua voce inconfondibile che mi chiamava con quel nomignolo e quel tono di voce che non potevano essere di nessun'altro. Essendo abbastanza timida e sfuggendo le occasioni dove sto al centro dell'attenzione come la peste, mi fece diventare rossa come un peperone nel giro di un secondo. Mi girai e mi abbracciò forte.  Lo abbracciai anch'io. Vergogna a parte era sempre la stessa persona e lo trovavo bene. Gli volevo bene. 
Una delle poche persone delle superiori che rivedo con affetto. 

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<center>*Immagine di proprietà dell'autore*</center>

Adesso tramite i social so che gira il mondo, non so cosa faccia esattamente, lo vedo una volta che fa il bagno con i delfini, una volta è a Bankok sopra un elefante, un'altra in Malesia e un'altra ancora a San Francisco. Gira il mondo letteralmente e beato lui, sta raccogliendo esperienze e ricordi a più non posso e spero di poterlo rincontrare così da farmi spiegare come si fa. 

Grazie a lui quell'anno *non* fu un anno perso. 

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